La No – Smoking Policy in Italia: dalla Legge del 2003 ad oggi

La Legge per la tutela della salute dei non fumatori italiana (Legge n.3 del 16/01/2003, art.51)

  • è del 2003, ma è entrata in vigore il 10/01/2005;
  • seguiva di poco il riconoscimento ufficiale della Convenzione quadro per il Controllo del Tabacco del WHO da parte della World Health Assembly, grazie anche al supporto di ENSP (costituita ufficialmente nel 1997 a Bruxelles)(1);
  • era il primo punto di un’agenda che prendeva atto come il fumo fosse in Italia una grave minaccia alla salute pubblica, con 70.000 morti premature e 30 volte tanto malati cronici(2) (oltre 2 milioni di cardiovascolari, polmonari e tumori), con un costo di € 6,5 miliardi/anno in Italia, con il fumo passivo che era responsabile di quasi 1/10 di tali danni e che configurava la violazione del diritto dei non fumatori a respirare aria pulita. Il fumo di tabacco contiene 7.000 sostanze tossiche, delle quali 70 oncogeniche, che entrano nel circolo ematico e raggiungono tutti gli organi(3).

  • La nicotina è una droga che provoca assuefazione e che viene assunta da una serie di prodotti che vanno dal tabacco combusto (il più pericoloso) fino al vapore delle e-sigarette (il meno pericoloso). L’FDA (Food and Drug Administration) ha pianificato di ridurre la quantità di nicotina presente nei vari prodotti (e specie nelle sigarette) così da rendere questi ultimi incapaci di mantenere l’assuefazione3. Per far questo è però necessario concedere l’uso di prodotti alternativi meno rischiosi, come la sigaretta elettronica: una tecnica di riduzione del danno. Questi prodotti tuttavia aumentano il rischio che i giovani comincino a fumarli proprio perché ritenuti poco pericolosi, e non siano usati solo dai fumatori per smettere di fumare. Le difficoltà che si frappongono al piano dell’FDA sono molte e non sappiamo se il piano potrà essere realizzato;
  • il secondo punto dell’agenda di Governo era la prevenzione dell’iniziazione del fumo nei giovani, che ancora non è stato affrontato con decisione;
  • la Legge 3/2003 ha funzionato(4,5) e ancora funziona, ma appaiono alcune incrinature e soprattutto il Piano Operativo di Contrasto al Consumo di Tabacco si è quasi fermato, cosicché la percentuale di fumatori in Italia si è stabilizzata e nel 2017 è addirittura leggermente aumentata (da 22 % del 2016 al 22,3% del 2017 a causa principalmente dell’aumento di donne che fumano e che ora raggiungono il 20,8% delle donne)(6); (+3,6%);
  • l’indebolimento delle azioni di contrasto si vede un po’ ovunque e secondo Richman e Krumholz(7) è dovuto alla ridotta percezione pubblica della pericolosità del fumo, oltre alla poderosa azione dei produttori per la promozione occulta del tabacco e il contrasto ad ogni iniziativa che ne possa limitare il consumo;
  • agli inizi di febbraio 2018, il programma televisivo di inchiesta Striscia La Notizia ha documentato che in alcune discoteche di Roma si fuma impunemente e ben sappiamo che lo stesso accade in diversi luoghi di lavoro;
  • l’astuzia dei produttori. Si stima che il mercato mondiale del tabacco si aggiri intorno a US$ 736 miliardi e sia nelle mani di pochi principali produttori (cosiddetti Big Tobacco). Philip Morris è uno di questi: produce sigarette fin dal 1854(8) e nel 2016 ha guadagnato US$ 26,7 miliardi spendendo per il  marketing e la promozione dei suoi prodotti circa US$ 7 miliardi. A questo fine l’Azienda ha ingaggiato anche grandi nomi della sanità come Derek Yach (precedentemente esponente del Settore Controllo del Tabacco dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) e in passato Ernst Wynder, promotore della strategia della riduzione del danno nel contrasto al tabacco; ma anche molti altri accademici e ricercatori, che oggi si stanno adoperando per lanciare le sigarette elettroniche e le sigarette che scaldano ma non bruciano il tabacco, prodotti che le Multinazionali del tabacco stanno promuovendo oltre ai consumi tradizionali in quanto possibili sorgenti di ulteriori guadagni. Del tutto recentemente Philip Morris ha addirittura costituito la Fondazione “Smoke-free World” per mitigare la tragica realtà dei danni che il tabacco provoca nel mondo, una manovra di mascheramento che certo non trae in inganno gli esperti del settore, ma trova credito presso le persone più ingenue. Questa potente azione di Big Tobacco è variamente contrastata dai diversi Governi, gran parte dei quali per ragioni di opportunità tuttavia oppone solo una insufficiente difesa. Un grande numero di persone quindi continua a fumare e si gioca la vita e la salute perché non capisce di essere vittima di una speculazione senza scrupoli(9);
  • recentemente un nuovo produttore si è affacciato in Europa: la Cina nel contesto della sua politica espansionista (cosiddetta Via della Seta) ha realizzato presso Bucarest una fabbrica di sigarette destinate al mercato del nostro Continente (BMJ, 17 febbraio 2018);
  • anche in Italia vi è un atteggiamento tollerante (e compiacente) del Governo(8);

Inerzia istituzionale o compiacenza? Difficile non ricordare qui che nel 2016 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Crespellano presso Bologna ha partecipato prima alla posa della prima pietra e poi all’inaugurazione di un nuovo stabilimento Philip Morris per la produzione di device che scaldano il tabacco senza bruciarlo e altri prodotti denominati dal produttore Prodotti a rischio potenziale diminuito. Si tratta solo dell’ultimo episodio dei molti amichevoli rapporti intrattenuti tra il Governo italiano e i produttori di tabacco e poco giustificabili alle luce dell’art. 129 comma 1 del Trattato di Maastricht (Official Journal of the Europ Commun, 29 luglio 1992)(10) dell’Unione Europea del 1992*) e della Health in All Policy(11).

Attivismo o perfidia commerciale? Il finto desiderio di Philip Morris di finanziare ricerche scientifiche tese ad eliminare il consumo di tabacco e a proteggere la salute dei cittadini suonano come una beffa e un insulto all’intelligenza della gente.

  • Forse però questa straripante attività dei produttori di sigarette sta stimolando una reazione da parte di alcune Istituzioni proposte alla salute pubblica. Del tutto recentemente (7 – 9 marzo 2018) si è tenuta a Città del Capo una Conferenza del WHO che si è conclusa con una Dichiarazione che riaccende la battaglia contro il tabacco(12). Gli Stati Membri infatti concordano che l’epidemia di consumo di tabacco rappresenta una delle più grandi minacce per la salute pubblica che il mondo abbia mai affrontato ed è necessario eliminare la protezione che l’industria del tabacco ha goduto per oltre mezzo secolo giacché essa è l’esempio di sovversione corporativa delle misure di salute pubblica e dei diritti umani. Essi affermano che “l’industria del tabacco è un motore di povertà, legato al lavoro minorile, alla violazione dei diritti dei lavoratori, all’insicurezza alimentare e allo sfruttamento degli agricoltori”. “Riteniamo che i principi guida delle Nazioni Unite per le imprese e i diritti umani e il relativo rispetto, la protezione e il quadro correttivo richiedano la cessazione della produzione e della commercializzazione del tabacco. La natura fondamentalmente dannosa dell’industria del tabacco è tale che non può essere un partner in questi sforzi”. I fatti impongono di non intrattenere con i produttori di tabacco alcun rapporto collaborativo e di darsi l’esplicito obiettivo di far cessare la produzione e la commercializzazione del tabacco per un Tobacco free – world.

PROPOSTA AL NUOVO GOVERNO
a) Intensificare i controlli di NAS e ASL e applicare le sanzioni ai trasgressori
b) Applicare le leggi esistenti sulla dispersione nell’ambiente dei mozziconi e sul fumo in presenza di bambini e di gravide
c) Sostenere i servizi di cessazione del fumo e il counselling motivazionale breve in ogni incontro medico–paziente.
Si tratta di interventi semplici, efficaci e poco costosi e che si avvalgono di normative esistenti.•) Essi costituiscono un buon indicatore di quanto il nuovo Governo del Paese avrà a cuore la salute pubblica.

____________

*) Title X, Public Health
Article 129, Point 1 (…) Community action shall be directed towards the prevention of diseases, in particular the major health scourges, including drug dependence, by promoting research into their causes and their transmission, as well as health information and education.

•) In un secondo momento si vedrà se sarà possibile andare oltre con provvedimenti come allargare le aree interdette al fumo o aumentare le accise in modo significativo e progressivo. A quest’ultimo proposito va sottolineato che se il provvedimento che dispone l’aumento delle accise non prevede contestualmente che i maggiori introiti dello Stato debbano essere vincolati al contrasto del tabagismo, si corre il rischio di stimolare l’Amministrazione Centrale a ridurre anziché ad aumentare le misure di contrasto suddette per non perdere i maggiori introiti e ridurre la cassa dello Stato. Si ricordi a questo proposito che lo Stato italiano sta favorendo il gioco d’azzardo proprio per gli introiti che questo gli procura: come diceva il Cardinale Richelieu gli Stati non hanno principi ma solo interessi.

Bibliografia
1. Cardone A, Radu – Loghin E. ENSP (European Network for Smoking and Tobacco Prevention). 20 years of tobacco control in Europe and its efforts to reduce health inequalities. J Health Ineq 3, 98-101, 2017.
2. Centers for Disease Control and Prevention Smoking and tobacco use: fast facts. http://www.cdc.gov/tobacco/data_statistics/fact_sheets/fast_facts/index .htm. February 2017.
3. Warner KE, Schroeder SA. FDA’s innovative plan to address the enormous toll of smoking. JAMA 318, 1755-56, 2017.
4. Gualano MR et al. Smoking ban policies in Italy and the potential impact of the so-called Sirchia Law: state of the art after eight years. Biomed Research Intern Volume 2014, ArticleID293219, http://dx.doi:101155/2014/293219.
5. Cesaroni G et al. Effect of the Italian Smoking Ban on Population Rates of Acute Coronary Events. Circulation 2008;117:1183-1188.
6. Pacifici R. et al. Il fumo di tabacco degli italiani. Tabaccologia 15, 8-9, 2017.
7. Richman J, Krumholz HM. Lessons from the opioid epidemic to reinvigorate tobacco control initiatives. JAMA 319, 339-40, 2018.
8. Britton J. A smoke – free generation? Unlikely, thanks to complacency, naivety and impotence in the face of Big Tobacco. BMJ 2017; 358: j3944.
9. Chapman S. Tobacco giant wants to eliminate smoking … and pigs might fly. BMJ 2017; 358: j4443.
10. Official Journal of the European Commun 191, July 29, 1992.
11. Ståhl T. et al. Health in All Policies. Prospects and potentials. Ministry of Social Affairs and Health, Finland 2006.
12. Cape Town Declaration on Human Rights and a Tobacco free-world. 17th World Conference on Tobacco or Health. Uniting the World for a Tobacco Free Generation. 7-9 March 2018, Cape Town, South Africa; https://ash.org/declaration/

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