La ricerca scientifica è il motore del progresso umano. Essa tuttavia non ha vita facile non solo per la relativa scarsità di mezzi messi a sua disposizione, ma per suoi difetti intrinseci che non riesce a correggere. Tra questi i più temibili sono forse le influenze esterne e indebite di tipo concettuale ed economico. Sono numerosi gli scandali che hanno circondato alcune pubblicazioni scientifiche “pilotate” a fini commerciali ed è noto che gli studi finanziati direttamente o indirettamente dall’industria giungono a conclusioni di comodo o vengono interrotti se scomodi. I rimedi esistono anche se a volte non facili. È ad esempio noto che il metodo scientifico di fare ricerca prevede che ogni risultato prodotto da un singolo gruppo venga accettato con riserva, in attesa che il risultato venga riprodotto da altri gruppi in altri contesti. Per non dire che la ricerca sponsorizzata (ossia non indipendente) viene bandita dalle organizzazioni scientifiche serie.
La scienza sta vivendo un momento critico anche perché la comunicazione ha portato al grande pubblico alcuni scandali che l’hanno coinvolta.
Ora è tempo che la scienza corregga i suoi difetti e riconquisti la fiducia del pubblico nell’interesse della sua stessa esistenza e del progresso che da questa dipende.
Le responsabilità però non finiscono qui e altri devono rivedere il loro operato: primi fra tutti gli erogatori dei fondi di ricerca, che dovrebbero migliorare seriamente i criteri di allogazione e premiare la ricerca e i gruppi di valore a scapito di quelli non validi. Anche la comunicazione di massa infine dovrebbe dimostrare più senso di responsabilità e rigore nell’appurare la veridicità delle notizie prima di divulgarle, evitando di operare come cassa di risonanza a servizio dell’ignoranza o di interessi commerciali, che includono non solo le industrie ma anche alcuni ospedali o singoli sanitari. Un richiamo all’etica, quindi, forse oggi fuori moda.