“Deboli di Costituzione” di Luigi Mazzella
Mondadori Ed. 2014
La Costituzione italiana è stata redatta in un momento storico nel quale prevaleva la pressione del Partito Comunista, assai lontano da principi liberali. Si sente lo spirito dell’egualitarismo, la limitazione della sfera del privato, lo Statalismo (art. 42 la proprietà privata con funzione sociale!), il regionalismo spiccato (art. 117 come modificato nel 2001, e poi legge Bassanini). La competenza per turismo, sanità, scuola passa alle Regioni e lo Stato Centrale si ritira ed esce di scena.
Tutto ciò discende dalla ubriacatura degli Italiani. L’Italia è infatti il Paese delle grandi ubriacature. Vediamo alcuni aspetti:
I. Comunismo (+ Cattolicesimo):
a) proprietà privata con limiti (art. 42)
b) egualitarismo e collettivismo (senza riguardo al merito)
c) pauperismo (no al lusso e al turismo ricco)
d) sindacalismo – solo diritti, pochi doveri
e) assistenzialismo del pubblico.
II. Regionalismo (art. 117) eccessivo:
– sanità
– turismo (solo di massa, senza Piano Nazionale, senza operatori qualificati)
– scuola.
Qui si può e si deve recuperare inserendo nei principi fondamentali l’interesse nazionale che tocca allo Stato (sentenza Corte Costituzionale n. 88 del 16 marzo 2007 per il turismo – vedi pag. 75).
III. Giustizialismo
Il diritto di cronaca è oggi superiore a quello della privacy e onorabilità degli individui, ma dovrebbero essere invece bilanciati. Bisognerebbe rivedere l’art. 21 della Costituzione sulla comunicazione.
IV. Giustizia buonista
In Italia (a causa di ispirazione cattolica e comunista) i delinquenti non sono nemici dello Stato, ma soggetti da redimere (causa del buonismo). Il diritto anglosassone invece prevede di punire, non di redimere, chi rompe il patto sociale di convivenza civile.
V. Incompatibilità
Non si dice che non ci può essere commistione tra i poteri dello Stato. Chi fa parte del legislativo non deve fare il Ministro. La commistione tra Magistratura inquirente e giudicante e tra queste e la politica va eliminata.
VI. La tassazione va rivista. La flat tax per le imprese (e per grandi patrimoni?) è formula auspicabile.